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26 novembre 2021

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In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, si è svolto un incontro sul tema legato al grave fenomeno che affligge la società attuale.
A porgere i saluti é stato il Commissario straordinario dott.ssa Andreina Mazzù, sono quindi intervenute la Segretaria Generale dell’Ente, avv. Maria Angela Caponetti, il Presidente della prima Sezione Civile del Tribunale di Messina, dott.ssa Caterina Mangano, il Presidente del CIRS Nazionale, dott.ssa Maria Celeste Celi, il Presidente del CUG della Città Metropolitana, dott.ssa Nicoletta Marcianò.
Il dibattito è stata moderato dalla Dirigente alla Cultura, avv. Anna Maria Tripodo che ha anche concluso i lavori portato i saluti del Sindaco Metropolitano Cateno De Luca,assente per impegni istituzionali.
L’incontro è stato arricchito dalle toccanti recitazioni di poesie sul tema della violenza sulle donne, proposte dalla giovane attrice Federica Giglia.
Gli interventi hanno messo in evidenza come il fenomeno pandemico del COVID fra le conseguenze nefaste annoveri anche la accentuazione delle problematiche delle violenze sulle donne, soprattutto quelle perpetrate in famiglia, sia per la forzata permanenza nell’ambito domestico, sia per l'attenuazione della possibilità di intervento delle reti di protezione, in particolare quelle delle famiglie di origine delle donne.
Centotrè donne assassinate nel 2021, ottantanove ogni giorno sono vittime di violenza, questi i numeri di una tragedia che può essere arginata solo con una profonda rivisitazione culturale prima che giurisdizionale, come hanno messo in evidenza l’avv. Caponetti e la dott.ssa Mangano, creando una rete di protezione e solidarietà che veda coinvolti donne e uomini della società civile, Enti ed istituzioni, e trasformando, come suggerito da Maria Celeste Celi, il disagio in occasione di riscatto. Inoltre, è necessario per le donne “violate” che vi siano strutture che le proteggano e diano loro occasione di una vita migliore, per questo il CIRS sta portando avanti il progetto di realizzare un “Palazzo delle donne”.
Al termine del meeting si è svolta, nel ballatoio di Palazzo dei Leoni, la cerimonia inaugurale della mostra "Violata" di Domenick Giliberto, con la regia di Giovanna Manetto.
Ad essere esposti quattordici scatti in bianco e nero su tavole quadrate, realizzati grazie alla collaborazione di giovani attori dell’Ente regionale Teatro di Messina, che rappresentano i diversi modi attraverso i quali viene perpetrata la violenza mentale e fisica sulle donne.
Una denuncia prepotente e attuale, una ricerca incessante dei chiaroscuri che diventano timbro stilistico per raccontare vicende violente, storie prese dalla cronaca che, nelle foto, dal dramma si risvegliano nella speranza di un nuovo giorno.
E’ questo il messaggio che la mostra, organizzata dalla Direzione "Cultura" della Città metropolitana di Messina, vuole trasmettere agli occhi dei visitatori. Il tema non è dei più semplici ma Giliberto è riuscito ad andare oltre, mostrando con dovizia di particolari la questione legata alla violenza sulle donne. Le immagini raccolgono sguardi, gesti, ira, ignoranza, disperazione e tutto ciò che è ben altro che amore nel momento estremo del gesto criminale. Sono così riprodotti i tipici episodi drammatici di aggressione e di femminicidio, espressione di una folle visione di possesso e non di sentimento. La buona notizia è che queste donne sopravvivono all'atto criminale, tutto viene incorniciato in un gesto interrotto prima che si concluda tragicamente.
“L’ispirazione – ha affermato Giliberto – nasce da tragici casi di cronaca conosciuti ma diversamente dalla realtà, dove spesso il finale è tragico, nelle mie foto lascio spazio a un messaggio di speranza. Non fermo lo scatto sul delitto, ma un attimo prima. È l’incubo della paura e da esso ci si può svegliare in una realtà dove l’omicidio non si compie. Ho voluto che ci fosse una regia dietro per curare i particolari perché, nonostante le foto siano forti, volevo dare un segnale di speranza per far riflettere i visitatori. Parlare di femminicidio in questi anni, grazie anche al lavoro delle tante associazioni impegnate a difendere e tutelare donne violate, ha dato alle vittime la forza di denunciare sempre più questi crimini”.
“Un percorso visivo su un mondo di violenza che vede al centro la donna quale vittima – ha dichiarato la regista Giovanna Manetto – e che attraverso gli scatti fotografici sconvolge lo spettatore e lo travolge davanti a racconti che rappresentano una tragica  realtà. Ma in noi rimane una ferrea fiducia perché le statistiche ci confortano: oggi le donne riescono a essere più coraggiose e a reagire, denunciano di più, si fanno aiutare e tutelare, sottraendosi da uomini aguzzini e provando a scrivere un nuovo futuro delle loro vite”.
La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre 2021.

Comunicato Stampa 204/21 redatto da
I.A. dott. Gaetano Catanzaro e Addetto Stampa dott. Giuseppe Spanò

Responsabile del Servizio
Dott. Francesco Roccaforte