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22 giugno 2020

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Si è svolta stamane la prima giornata di formazione in modalità telematica di affiancamento sui CAM e sul GPP del Ministero dell'Ambiente, riservata ai componenti del Gruppo di Lavoro interno GPP e ai RUP responsabili degli acquisti della Città Metropolitana di Messina e dei Comuni dell'area metropolitana.
Il Segretario Generale di Palazzo dei Leoni, avv. Maria Angela Caponetti, nell'introdurre i lavori, ha sottolineato l'importanza dell'attuazione dell'Agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile ed il ruolo strategico dell'affiancamento on the job sul tema del Green Public Procurement, nell’ambito del Progetto del Ministero dell’Ambiente “CReIAMO PA”.
“Stiamo lavorando su due profili – ha affermato il Segretario Generale avv. Maria Angela Caponetti - per la messa in atto di piani di sviluppo sostenibili, orientati sulle scelte di acquisti di beni e servizi che presentino il minore impatto ambientale. Dal punto di vista interno è stato approvato il Regolamento per gli acquisti verdi per la fornitura di beni e servizi e per l'esecuzione di lavori con Criteri Ambientali Minimi mentre dal punto di vista esterno stiamo coinvolgendo i Comuni della Città Metropolitana, stiamo incentivando la formazione e la comunicazione e stiamo indirizzando la nostra azione verso la stipula di protocolli d'intesa con le associazioni di categoria per attivare forme di interlocuzione fondamentali”.
Successivamente, la dott.ssa Simona Faccioli, esperta del gruppo di lavoro di Fondazione Ecosistemi, ha svolto un'approfondita disamina sul ruolo del Green Public Procurement che si concretizza in una strategia politica, economica ed ambientale che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale e riciclati attraverso la leva della domanda pubblica (appalti).
In Italia il GPP è diventato obbligo di legge con il nuovo Codice Appalti (Dlgs 50/2016, entrato in vigore il 20 aprile 2016) ed impone a tutte le pubbliche amministrazioni l'inserimento dei “criteri ambientali minimi” (i CAM adottati dal Ministero dell'Ambiente) nella documentazione progettuale di gara.
L'Italia è l'unico Paese europeo ad aver reso questa misura obbligatoria ed essa dev'essere applicata agli affidamenti di qualunque importo e per il 100% del valore a base d'asta.
Le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (PAN GPP) attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell’Ambiente.
Dopo la presentazione generale si è soffermati sui criteri ambientali per il servizio di pulizia che richiede un'attenta analisi dell'esigenza dell'Ente per valutare l'effettiva consistenza e le possibilità di razionalizzazione del fabbisogno tenendo in considerazione le indicazioni del PAN GPP. In particolare, nel caso del servizio di pulizia, l'attenzione dovrà essere focalizzata sulla frequenza del servizio, nel rispetto delle normative in relazione ad ambienti specifici e sul dosaggio dei prodotti per l'igiene utilizzati affinché l'affidamento del servizio sia a ridotto impatto ambientale.
La principale difficoltà applicativa del Green Public Procurement è dovuta alla carenza di formazione del personale, con percentuali comprese tra il 49% e il 54%. Le difficoltà nella stesura dei bandi, ovvero nell'integrazione delle parti relative almeno alle specifiche tecniche e alle clausole contrattuali previste nei CAM, è ritenuta elemento critico per la porzione del 26% (al Nord) e del 23% (al Sud).
Infine, la reticenza legata al timore di gare deserte per mancanza di aziende in grado di offrire prodotti o servizi conformi ai CAM è significativa per una quota minoritaria: 9,7% al Nord, 13,2% al Centro e 13,7% al Sud.
Il GPP è obbligatorio e in caso in cui il bando non includa i CAM, li includa parzialmente o l'aggiudicazione avviene sulla base di prodotti aventi certificazioni non conformi si ha l'annullabilità dell'appalto, così come confermato da varie sentenze dei TAR e del Consiglio di Stato.

L'Ufficio Stampa