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9 aprile 2019

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La sezione ambiente della Polizia Metropolitana ha, da tempo, avviato una intensa attività di controllo del territorio, con il monitoraggio costante dei siti più a rischio, anche con l’ausilio di sofisticate tecnologie informatiche, al fine di reprimere uno dei comportamenti che denota maggiore spregio del territorio in cui viviamo, oltre che disprezzo delle più elementari regole di convivenza civile e di quelle del codice penale, ovvero l’abbandono indiscriminato, nei siti più disparati, di rifiuti di ogni specie, a volte anche speciali e pericolosi.

Su questa direttrice, anche questa notte e alle prime luci dell’alba, così come era avvenuto nei giorni precedenti, sono state elevate numerose sanzioni a cittadini che smaltivano i rifiuti al di fuori degli orari stabilii o fuori dai cassonetti, inoltre durante una azione di controllo del territorio, guidata dal Sost. Comm. Giovanni Ruggeri con il coordinamento del comandante Col. Antonino Triolo, nella zona nord-ovest del comune di Messina, è stata individuata una vasta area adibita a discarica, caratterizzata dall'abbandono e dal deposito incontrollato di rifiuti di vario genere sul suolo privo di qualsiasi impermeabilizzazione, tale da rappresentare pericolo per l'ambiente circostante e la salute pubblica.

Da una attenta disamina della tipologia di rifiuti e da controlli  più approfonditi, si è potuto stabilire in maniera inequivocabile, come molti dei rifiuti fossero riconducibili ad una azienda messinese operante nel settore della distribuzione di prodotti alimentari. Si tratta di un soggetto che già nel 2018 era stato sanzionato e deferito alla autorità giudiziaria per lo stesso tipo di reato.

Ai responsabili è stato contestato il reato di cui all'art. 192 comma 1 e 256 comma l lett)a e comma 2 del D.Lgs. n. 152/06, "Abbandono o deposito incontrollato di rifiuti non pericolosi, sul suolo o nel suolo, per titolari di impresa o responsabili di enti", la cui violazione è punita con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi, e gli atti trasmessi alla Procura della Repubblica competente.

 

L’Ufficio Stampa