In riferimento agli articoli di stampa apparsi su diversi giornali elettronici in data 5.10.2010, aventi ad oggetto il duro attacco alla Polizia Provinciale da parte dei consiglieri provinciali Cerreti e Previti, che hanno presentato una mozione di indirizzo al Consiglio Provinciale per avviare “l’iter di smantellamento ed eliminazione, dell’onerosissimo ed inutile servizio di polizia provinciale”, ritengo doveroso precisare quanto segue:
1. in merito all’affermazione del consigliere Cerreti che la Polizia “costa annualmente alle casse pubbliche ed ai contribuenti diverse centinaia di migliaia di euro, per avere un servizio evanescente, che solo in pochi riescono a catalogare, come utile ed indispensabile”, si evidenzia che tale affermazione è totalmente gratuita, in quanto lo stanziamento in bilancio è di alcune decine di migliaia di euro l’anno; inoltre, la differenza stipendiale per ciascun agente è irrisoria, essendo il personale in questione, già dipendente della Provincia al momento della costituzione del Corpo. E’ da aggiungere che l’attività di polizia venatoria consente all’ente di introitare dalla Regione Siciliana, per il personale impegnato, ingenti contributi. Senza considerare le somme introitate soprattutto per le sanzioni irrogate dagli agenti per l’attività di polizia stradale e le somme risparmiate per l’attività del contenzioso relativo, curato da agenti di P.P., anziché da legali esterni all’Amministrazione, che li impegna in udienze durante tutto l’arco dell’anno.
In relazione, poi, allo smantellamento della Polizia Provinciale, evidentemente, per i consiglieri in questione, non serve più operare come la legge dispone e prevede, in materia di tutela dell’ambiente, della caccia, della polizia stradale, cioè in tutte quelle materie in cui la legge sancisce dei precisi obblighi per la Provincia e per i quali non si può prescindere da un Corpo o Servizio di Polizia Provinciale formato da operatori che rivestono lo status di polizia giudiziaria, stradale e di pubblica sicurezza. Chissà, secondo i consiglieri, forse la Provincia dovrebbe svolgere tali incombenze a mezzo di semplici impiegati o custodi che non abbiano poteri di contestazione delle violazioni?
2. Per quanto riguarda l’affermazione, anche questa fuori da ogni logica, che” l’emblema del disastro organizzativo è la polizia provinciale, ….. che non ha mai trovato la consequenzialità per divenire credibile ed autorevole…” e che la “…sua realizzazione, la gestione e l’organizzazione è stata basata più sull’improvvisazione che non su una reale programmazione”, non si possono che enumerare, tra gli altri, i numerosi interventi di protezione civile che hanno visto in prima linea questo Corpo, con pari dignità di altre forze di polizia, nei disastri naturali di Falcone (2008), Giampilieri (2008 e 2009), S. Fratello e Caronia (2010), etc , per non citare i numerosissimi interventi a supporto dell’ufficio di Protezione Civile e Viabilità di questo Ente sulle SS.PP.. Da sottolineare che innumerevoli riconoscimenti sono giunti solo da altre forze di polizia impegnate in tali nefasti eventi.
Da non dimenticare inoltre le numerose richieste da parte della Questura di Messina in servizi di Ordine Pubblico e di Pubblica Sicurezza, non ultimo quello che giornalmente viene assicurato all’esterno di alcuni istituti scolastici di Messina per prevenire o reprimere atti di bullismo. Non è certamente imputabile al Corpo, la mancanza durante questi lunghi sei anni, di un mancato potenziamento a livello di risorse umane, di dotazioni e mezzi, oltre che finanziarie. Da ricordare la mancata assegnazione di figure intermedie, peraltro previste in pianta organica, e mai nominate.
3. Per quanto concerne “… i paradossali esempi di inattività di pubblica sicurezza…….. con la mancanza del controllo del Palazzo dei Leoni e di tutte le strutture di proprietà dell’Ente che costringono persino il Presidente Ricevuto a dover sopportare importanti disagi……per uscire dai parcheggi dell’Ente”, ricordo ai consiglieri suddetti che per potere controllare tutte le strutture dell’Ente non basterebbero, ogni giorno, tutti e 35 gli agenti di P.P., che peraltro hanno a loro disposizione solo cinque autovetture!!! Sul problema dei parcheggi e del Palazzo dei Leoni la questione va posta sotto un altro profilo. In primo luogo gli agenti di P.P. non hanno compiti di “custodi della proprietà” né, tantomeno, possono lasciar correre che i parcheggi sulla pubblica via (spazi antistanti il Palazzo dei Leoni) vengano tenuti liberi in quanto di “esclusiva riserva” di alcuni soggetti a scapito del comune cittadino o, in taluni casi, dei disabili a cui la legge riserva appositi passaggi pedonali. Gli agenti provinciali in servizio al Palazzo, in più occasioni, hanno dovuto far fronte alle continue intemperanze di soggetti che, invocando cariche istituzionali a vario titolo, pretendevano di lasciare i loro “veicoli privati” ovunque ed in spregio alle norme sulla circolazione stradale ledendo il ruolo degli agenti.
I consiglieri sopra citati si ripromettevano di innescare un dibattito sull’efficacia e l’utilità del Corpo di Polizia Provinciale. Peccato che le riflessioni sul tema poggiano tutte su presupposti teorici e privi di qualsiasi conforto giuridico, statistico o analitico, riducendo, così, l’intervento ad un semplice pamphlet d’effetto.
Le conclusioni su questa vicenda paradossale, che ha cercato di gettare discredito e disinformazione sulla nostra categoria, si rivelano clamorosamente opposte a quelli che sono i ruoli e le funzioni della Polizia Provinciale che si prodiga, quotidianamente, per prevenire e reprimere le violazioni (in ambito stradale, ambientale, venatorio e sul fronte della sicurezza) anche quando questo sforzo venga strumentalmente mortificato da informazioni insufficienti, che evidenziano anche mancanza di sensibilità istituzionale nei confronti della Polizia Provinciale e dei suoi operatori.
F.to Il Comandante
Dott. Pietro Carpita