Il Parlamento europeo ha adottato una proposta di riforma del proprio Atto elettorale per sviluppare il carattere democratico e transnazionale delle elezioni europee e colmare il deficit democratico delle decisioni assunte. L'obiettivo è rinforzare il concetto di cittadinanza europea, rendere più legittimo il lavoro del Parlamento e spingere sempre più cittadini, specialmente i più giovani, a prendere parte alle elezioni.
Una prima novità è rappresentata dall'istituzionalizzazione degli "spitzenkandidaten", ossia i candidati alla guida della Commissione, sperimentati per la prima volta nel 2014.
Si prevede anche che le liste di candidati siano rese disponibili almeno 12 settimane prima delle elezioni al fine di consentire ai candidati di svolgere una vera campagna elettorale: questo segna una netta discontinuità se si pensa che in alcuni Stati tali liste sono disponibili solamente 17 giorni prima delle elezioni.
Le novità più importanti, però, riguardano il voto online, la possibilità di votare anche per i cittadini che si trovano all'estero e l'abbassamento dell'età minima per votare.
Il voto online ha un duplice fine: tentare di far scendere il tasso d'astensionismo, grazie ad una metodologia di voto che non preveda il recarsi a seggi fisici ed il tentativo di avvicinare i giovani alle elezioni europee, considerando tale tipologia di voto più affine alle nuove generazioni.
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