La mostra permanente “
La vita non è sogno” dedicata al poeta Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura, è stata inaugurata il 23 aprile 2001 ed è ospitata all’interno dei locali della Galleria provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea. Si tratta di una mostra di fotografie, manoscritti, lettere, onorificenze provenienti dall’Archivio del poeta, acquisito nel maggio 2000 dalla Provincia Regionale di Messina. Essa si articola in nove sezioni ed intende mettere in evidenza gli svariati interessi artistici e culturali del grande poeta.

Il percorso della mostra parte dal periodo messinese (anni 1908-1919) con alcun testimonianze degli anni giovanili: foto d’epoca del poeta e dei suoi familiari, diploma conseguito presso l’Istituto Tecnico “A.M.Jaci” di Messina, la raccolta di poesie giovanili, composte tra il 1915 ed il 1919 dal titolo “
Bacia la soglia di casa tua” (bacheca n. 1), manoscritti dalla raccolta
Dare e Avere: Dalle rive del Balaton, Varvàra Alexandrovna, Ho fiori e di notte invito i pioppi, (bacheca n.2), testimonianze sulla sua attività di critico d’arte con alcune foto insieme agli amici artisti, la riproduzione di 27 gouaches astratte, unico esperimento pittorico del poeta che rivelano il suo interesse per le arti figurative e che sono state riprodotte nel libro d’arte “
La vision poetica del sogno” (bacheca n.3). Il percorso continua con l’esposizione degli spartiti musicali ispirati da liriche del Quasimodo.
Il poeta, infatti, fu attratto anche dalla musica e nel 1949 scriverà il libretto Bill Budd, l’amore di Galatea e un Oratorio (Bacheca n.4). Il suo amore per il teatro è testimoniato dalla sua lunga attività come critico teatrale (dal 1948 al 1959) per la rivista “Omnibus” e “Il Tempo” e come traduttore di opere teatrali di Sofocle, Eschilo, Euripide, Shakespeare, Molière.

Egli collaborò a numerose riviste letterarie del tempo, in particolare alla rivista genovese “Circoli” (1931) e la rivista fiorentina “Solaria” che pubblicheranno i primi due libri del poeta: “Acque e Terre“ e “Oboe Sommerso”. E’ questo un importante periodo di incontri con poeti come Montale, Sbarbaro, Angelo Barile, Adriano Grande.
Nel 1940 sulla rivista “
Corrente” uscirà la personalissima traduzione “Lirici Greci” (bacheca n.6). Alla fine del percorso troviamo il mondo affettivo dell’uomo Quasimodo (bacheca n.7) con le liriche più alte dedicate ai suoi familiari, alla madre, al padre, alla figlia, al fratello, alla prima moglie, Bice Donetti e alla seconda, Maria Cumani (Lettera alla madre, al padre, Epitaffio per Bice Donetti, Cavalli di Luna e di vulcani, Vicino ad una torre saracena, Elegos per la danzatrice Cumani). Una sezione a parte è dedicata alle presenze femminili nella vita del poeta (bacheca n.8) testimoniata da quattro epistolari, di cui due editi (A Sibilla e Lettere d’amore a Maria Cumani) e due inediti (Lettere d’amore ad Amelia Spezialetti e a Curzia Ferrari).
L’ultima sezione è dedicata al Nobel per la Letteratura di cui il poeta è stato insignito il 22 ottobre 1959 dal re Gustavo VI di Svezia e che rappresenta il coronamento della sua vita poetica. Testimonianze esemplari esposte nella Mostra la medaglia d’oro del Nobel, una medaglia di bronzo, foto dell’avvenimento e alcune delle centinaia di telegrammi di felicitazioni per il poeta tra cui quella più cara del “soave amico di Vento a Tindari“ Salvatore Pugliatti che gli fu sempre vicino (bacheca n.9).
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