Raccuja

comune

Pubblicato il:

14 novembre 2006

Ultima revisione:

25 novembre 2010


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Piccolo centro altocollinare dei Nebrodi, a circa 650 metri sul livello del mare.Raccuia sorge, in posizione dominante la valle del fiume Mastropotimo, che sfocia nel Mar Tirreno, in località Ponte Naso. Le origini del borgo risalgono al 1091 quando il Gran Conte Ruggero lo fondò nei pressi dell'Abbazia basiliana di S.Nicola del Fico edificata in una vallata ricca di gelsi ed alberi da frutta. Compare con la denominazione di Raccudia in un atto del 1271. Nel 1296 divenne feudo degli Orioles e, nel tempo, di alcune nobili famiglie tra cui gli Aragona, i Valdina, i Rocca e i Branciforti.

L'abitato, con le sue piccole vie strette e tortuose conserva ancora molto del suo aspetto antico e si snoda tra la Chiesa Madre e, nella parte alta, i ruderi del Castello di epoca normanna.Interessanti dal punto di vista artistico la Chiesa del Carmine con le statue lignee orientali ed altari in marmo policromo del '500 e la rinascimentale Chiesa Madre all'interno della quale sono custodite tre statue marmoree di scuola gaginesca, un polittico del '500 ed un dipinto del '600 che raffigura la Deposizione.

Raccuia ha dato i natali al famoso scultore Rinaldo Bonanno, nato nel 1545, allievo del carrarese Andrea Calamech e autore delle due sculture raffiguranti S.Sebastiano e S.Maria del Gesù conservate all'interno della Chiesa Madre. Gran parte del territorio di Raccuia è coltivato a noccioleto. Ancora oggi, infatti, la principale fonte di reddito per questo piccolo centro dei Nebrodi è costituita dall'agricoltura (ulivi, cereali, frutta) e dall'allevamento di ovini e bovini che permette la produzione di rinomati formaggi freschi. Buone potenzialità di sviluppo, infine, avrebbe l'attività agrituristica facilitata dalle bellezze paesaggistiche e dalla possibilità di piacevoli escursioni nel territorio.