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Arroccato sul crinale di uno sperone dominante il torrente Tusa, nel cuore dei Nebrodi occidentali, sorge il piccolo centro di Castel di Lucio. Molto incerte sono le origini del borgo che, si pensa, risalgano all'epoca normanna. Compreso nel feudo di Mistretta, Castel di Lucio ne seguì le sorti fino a quando non divenne una comunità autonoma nel secolo XVIII. Del Castello costruito dai Ventimiglia, intorno al 1090, rimane una torre diruta.
Di notevole interesse la Chiesa Madre, edificata verso la metà del XV secolo, che conserva al suo interno un ciborio in pietra attribuito al Gagini. Nel paese è ancora possibile vedere, qua e là, bellissimi portali in pietra che testimoniano l'esistenza, nel passato, di scalpellini di notevole prestigio che eseguivano pregevoli lavori ad intarsio sulla pietra e sul legno. Fiorente nel passato era la lavorazione del ferro battuto, la tessitura attraverso l'uso di antichi telai, la produzione artigianale di mattoni e tegole in pietra e la lavorazione di pelle di animali testimoniata dal nome rimasto alla contrada "Conceria".
Oggi queste attività sono quasi del tutto scomparse e l'asse portante dell'economia è rappresentato dall'agricoltura (cereali, legumi, olivi) e dall'allevamento del bestiame (ovini, caprini e suini). Rimane, ancora, tuttavia, la caratteristica produzione artigianale delle "ciaramelle" che sopravvive solo per la passione di un artigiano, il Sig.Mammana Francesco, che riesce ancora oggi, da una pelle di capra o di pecora, a ricavare questo meraviglioso strumento. Interessanti, poi, sono alcuni luoghi come "u cuozzu saracinu" dove la tradizione vuole ci siano ancora i resti di tombe saracene. Il fascino dell'antico, infine, che si respira lungo le piccole e strette stradette del centro storico, il ricco patrimonio culturale, le tracce delle attività scomparse (interessanti i resti di un mulino ad acqua in contrada "Sciara" potrebbero costituire i presupposti indispensabili per il rilancio economico e turistico di questo incantevole paesino dei Nebrodi.