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VIOLENZA SULLE DONNE: COME PREVENIRLA E ARGINARLA

Il prossimo 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e come ogni anno ci saranno manifestazioni, mostre, cortei, sit-in, convegni per ricordare le vittime e affrontare il tema della violenza di genere che è diventata una vera e propria piaga sociale, una mattanza senza fine.

Ed è fondamentale anche soffermarsi sulle ragioni sociali e culturali che determinano la violenza di alcuni uomini sulle donne e sulle modalità per prevenirla, oltre che per contrastarla.

Violenze che restano spesso silenziose perché le vittime si trovano in un clima di isolamento ideologico e sociale, con la difficoltà di spezzare questa catena.

Situazioni in cui il pericolo è rappresentato dalla normalità di quelle mura domestiche dove avvengono i due terzi delle violenze denunciate e dove la violenza e l’abuso si confondono con gli affetti e vengono percepiti quasi come fatti privati.

La pandemia che impatto ha avuto sulla violenza maschile contro le donne?

La pandemia ha acuito ulteriormente i pericoli per tutte quelle donne che si trovano “prigioniere” nelle proprie case senza vie di fuga, costrette a subire quotidianamente violenza da chi dovrebbe dare loro amore. Si sopporta perché si spera in un cambiamento del proprio compagno, perché non viene percepita la gravità delle aggressioni, perché si pensa sia meglio per i figli avere la figura paterna.

La violenza non è solo quella fisica, è anche quella psicologica con denigrazioni, intimidazioni, umiliazioni anche in pubblico, isolamento nel rapporto con la famiglia d’origine o gli amici, impedimento di lavorare o studiare, o ancora l’imposizione da parte del partner di come vestirsi o pettinarsi, l’essere spiate o seguite, l’impossibilità di uscire da sole, il ricatto di portare via i figli o di fare loro del male.

E nei luoghi di lavoro?

Poi c’è una violenza quotidiana che si può alimentare nei luoghi di lavoro con casi mobbing, molestie, stalking, minacce, ricatto lavorativo. Tutto ciò rappresenta anche un concreto fattore di rischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

Non è quindi solo un problema individuale e va affrontato in maniera strutturale all’interno del sistema di prevenzione ed impone l’adozione di un modello organizzativo che si avvalga di adeguati strumenti di rilevazione, di monitoraggio e di gestione degli eventi avversi.

 Le figure di riferimento alle quali potersi rivolgere sono:

  • Il/la rappresentante dei lavoratori per la sicurezza RLS;
  • Il medico competente;
  • La Consigliera di Parità;
  • Il/la Consulente di fiducia se presente in azienda o in amministrazione.

Come si può prevenire la violenza ?

E’ necessario dedicare una attenzione particolare soprattutto ai più giovani, per sensibilizzarli sulla gravità del fenomeno, affinché i ragazzi capiscano che ci sono comportamenti sbagliati e per questo occorre coinvolgere i dirigenti scolastici per investire nella prevenzione, con iniziative mirate a diffondere la cultura del rispetto dell’altro.

Mentre spesso assistiamo a episodi di bullismo, che possono sfociare nella violenza, nello stalking. Formazione adeguata anche sul possibile lato oscuro di alcuni rapporti che inizialmente possono apparire idilliaci e che nascondono distorsioni di una relazione asimmetrica e di un amore malato.

La scuola è sicuramente la principale agenzia formativa ed il luogo ideale per creare una nuova cultura intorno alla relazione uomo-donna.

Quale il rischio per i figli che assistono alla violenza?

Un grave rischio è proprio quello della violenza assistita. Non dimentichiamoci che spesso i figli che si assistono alla violenza nei confronti della propria madre, hanno una maggiore probabilità di diventare da adulti, a loro volta mariti violenti. Infatti, non meno rilevante è la costrizione dei figli che assistono alla violenza con pericolo per la loro salute psico-fisica.

Quindi ci vuole un impegno quotidiano per affermare la cultura rispettosa della dignità delle persone: in famiglia, a scuola, nei media e nella società più in generale. Necessario aumentare il livello di consapevolezza nell’opinione pubblica e nel sistema educativo e formativo sulle radici, sulle cause e sulle conseguenze della violenza maschile sulle donne, agendo anche sugli stereotipi alla base della violenza.

Come intervenire per arginare il fenomeno?

Non vi è dubbio che la violenza contro le donne uccide anche la nostra dignità e non può essere considerata come un fatto privato: si tratta di una vera e propria piaga sociale e tutti insieme dobbiamo fare questa battaglia di civiltà che si vince solo se sta insieme.

I femminicidi

Tanti diritti sono stati conquistati, anche frutto di tante battaglie del femminismo negli anni ’70, ma oggi la battaglia principale deve essere contro quelli che si chiamano giornalisticamente “femminicidi”, che rappresentano l’ultimo stadio della violenza ed un problema strutturale legato ad una atavica cultura “maschile”.

Contro la violenza sulle donne, l’impegno deve essere di tutti noi tutti i giorni con atti concreti, sicuramente servono misure preventive per snidare la violenza e arginarla, piuttosto che arrivare dopo a misure punitive e di repressione, quando ormai la tragedia si è consumata, mettendosi dalla parte delle donne per capire quali cause la generano ed alimentano, prima di arrivare al tragico epilogo.

L’importanza di una rete di supporto alle donne

La rete tra Istituzioni, Centri Antiviolenza, Associazioni è di primaria importanza per non far sentire sole le donne che spesso non sanno nemmeno a chi chiedere aiuto, perché non conoscono l’esistenza dei centri antiviolenza nel proprio territorio, o l’esistenza di procedure interne aziendali o di sportelli di supporto alle vittime nel caso di violenza in ambito lavorativo.

Ricordo che presso il Centro per l’Impiego di Messina in collaborazione con l’Ufficio della Consigliera di Parità, è attivo lo Sportello per l’inclusione socio-lavorativa delle donne vittime di violenza.

Il reddito di libertà

Inoltre, è stato di recente istituito il Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza in difficoltà erogato dall’INPS e prevede un sussidio mensile di 400 euro al massimo per un anno ed è anche compatibile con il reddito di cittadinanza o con altri sussidi economici (v. circolare n. 166 dell’8 novembre 2021 con le indicazioni per la presentazione della relativa domanda).

Per informazioni, rivolgersi all’Ufficio della Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Messina, Via Dogali 1/D, 3°piano del Centro per l’impiego.

Si riceve solo per appuntamento contattando:

Segreteria Ufficio della Consigliera di Parità, Dott.ssa Tania Cannameli, tel. 090/2984704,

mail: gaetana.cannameli@regione.sicilia.it;

 

 

 

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