La pandemia sta acuendo le disuguaglianze in termini di redditi, di consumi, di povertà, spingendo le donne fuori dal lavoro in misura prevalente poiché sono quelle occupate nei lavori precari e con tutele più carenti. Le donne stanno pagando il prezzo più alto, dovendo affrontare anche un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, non riconosciuto e sottovalutato dalla società, dall’economia e dalla politica.
Come intervenire?
Servono delle misure strutturali ed una strategia nazionale affinché la ripresa sia efficace e in linea con gli obiettivi dei diritti sociali, assicurando pari opportunità di genere, generazionali e territoriali.
Certamente occorre un cambiamento culturale per comprendere che senza la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la società non può crescere. Donne e giovani che sono stati i più colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia.
Ci sono novità per promuovere l’occupazione femminile?
Con la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234), sono stati inclusi degli interventi per sostenere l’occupazione, favorire l’ingresso nel mondo del lavoro delle donne e dei giovani, tutelare i genitori lavoratori, nonché le situazioni di non autosufficienza.
Infatti, per sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, verranno finanziate delle procedure incentivanti alle imprese che assicurano la parità di genere, così come introdotti dalla Riforma del Codice delle Pari opportunità con riferimento alla certificazione della parità di genere.
Inoltre, per le lavoratrici autonome, co. co. co., commercianti, artigiane e imprenditrici agricole, viene prorogata l’indennità di maternità per ulteriori 3 mesi.
In via sperimentale, per il 2022, è poi riconosciuto nella misura del 50% l’esonero dei contributi previdenziali per 1 anno a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato, a decorrere dalla data del rientro nel posto di lavoro dopo la fruizione del congedo obbligatorio di maternità e per un periodo massimo di 1 anno a decorrere dalla data del rientro.
Sotto il profilo previdenziale, segnalo la proroga al 2022 dell’Opzione donna, la facoltà di optare per l’anticipo pensionistico prevista in favore delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome.
Il Piano di Ripresa e Resilienza porterà ingenti risorse al nostro paese. Ci sono incentivi per promuovere la parità di genere?
In effetti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una occasione unica anche per ridurre il divario tra nord e sud, ma ci vuole grande capacità istituzionale delle regioni meridionali per garantire che le risorse si traducono in investimenti efficaci ed in uno sviluppo omogeneo del Paese.
Il Dipartimento per le pari opportunità, della presidenza del Consiglio dei Ministri, ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale n. 309 del 30 dicembre 2021, il Decreto 7 dicembre 2021, con l’adozione delle Linee Guida volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali, nonché l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e del PNC (Piano Nazionale degli investimenti Complementari).
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha previsto che “nei bandi di gara siano indicati, come requisiti necessari e, in aggiunta, premiali dell’offerta, criteri orientati verso gli obiettivi di parità anche in termini di occupazione femminile e giovanile e per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità”.
Le misure di incentivazione e tutela si applicheranno a tutte le procedure che riguardano gli investimenti pubblici finanziati, integralmente o parzialmente con le risorse del PNRR e del PNC, sia che si tratti di concessioni sia che si tratti di appalti, a prescindere altresì dal relativo importo.
Queste disposizioni impegnano le aziende con più di 50 dipendenti a redigere una relazione sulla situazione del personale maschile e femminile, come previsto dall’articolo 46 del Codice delle Pari Opportunità nonché il rispetto delle norme che disciplinano il diritto al lavoro delle persone con disabilità.
Ci sono delle penalità nel caso di mancato rispetto dei requisiti?
La mancata produzione di questa documentazione sarà causa di esclusione dalle gare per gli operatori economici pubblici e privati con oltre 50 dipendenti, mentre se si tratta di operatori economici con un numero di dipendenti pari o superiore a 15 e non superiore a 50 si applicheranno delle penali da commisurarsi alla gravità della violazione e proporzionale all’importo del contratto.
Gli operatori economici pubblici e privati oltre ad aver assolto, al momento della presentazione dell’offerta, agli obblighi in materia di lavoro delle persone con disabilità di cui alla legge n. 68/1999, dovranno assicurare in caso di aggiudicazione del contratto, una quota pari almeno al 30% delle assunzioni all’occupazione giovanile e femminile e qualora non potessero assolvere a questa previsione, dovranno fornire adeguata e dettagliata motivazione. Ad esempio non poter assicurare l’occupazione giovanile, in quanto le mansioni da svolgere richiedono una specializzazione o comprovata esperienza.
Inoltre l’Azienda non deve essere stata destinataria nei tre anni antecedenti la data di scadenza del termine di presentazione delle offerte, di accertamenti relativi ad atti o comportamenti discriminatori, dimostrare di aver utilizzato specifici strumenti di conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro dei propri dipendenti o modalità innovative di organizzazione del lavoro, oppure abbia rispettato gli obblighi di cui alla legge n. 68/1999.